29 dicembre 2006

Julia Kristeva

"A differenza di quello che vorrebbero farci credere, lo scontro di religioni è solo un fenomeno di superficie. Il problema di questo inizio di terzo millennio non è la guerra di religioni, ma la separazione che divide ormai coloro che vogliono rendersi conto che Dio è inconscio e coloro che preferiscono non saperlo, per godere meglio dello spettacolo che annuncia che egli esiste."

"L'Universo mediatico globalizzato sostiene con tutto il suo apparato ideativo e finanziario la seconda opzione: non volere sapere nulla ma solo vedersi promessa - e accontentarsi di avere promessa - la fruizione di un bene superiore. La situazione non ha precedenti nella storia dell'umanità. La nostra civiltà catodica, satura di seduzioni e di disillusioni, si è rivelata propizia alla fede. Ed è per questo che favorisce il ritorno o il revival delle religioni. Come esserne oggi consapevoli, senza però cullarsi in un umanitarismo strettamente razionale o in una romantica spiritualità? Io sostengo che l'alternativa alla religiosità in aumento, come al suo contrario - che è il nichilismo ottuso - venga da quei luoghi di pensiero che noi cerchiamo di fare vivere. Noi chi? Noi che apparteniamo al vasto continente delle scienze umane, per il nostro coinvolgimento nelle lingue e nella letteratura. La letteratura e la scrittura mettono alle corde il binomio metafisico ragione contro fede, intorno al quale in passato si è costituita la scolastica. Ci invitano a costruire un discorso interpretativo, critico e teorico, conseguente alle proposte delle scienze umane e sociali, che è un elemento decisivo nel costruire la rifondazione dell'umanesimo di cui abbiamo bisogno."

"Chi si espone all'esperienza letteraria e, in modo diverso ma complice, chi è attento alla posta in gioco - come noi in questo caso -, sa che la contrapposizione tra ragione e fede o tra norma e libertà non è più sostenibile se quell'essere parlante che io sono non si pensa più come dipendente da un mondo soprasensibile, e ancora meno da un mondo sensibile "dotato di un potere coercitivo". Nell'afferrare l'avventura umana, la letteratura e l'arte non costituiscono altro che un ornamento estetico, cosi come la filosofia o la psicoanalisi non pretendono di portare la salvezza. Tuttavia, ciascuna di queste esperienze , con le sue diversità, si propone come il laboratorio di nuove forme di umanesimo."

Tratto da:

Julia Kristeva
Bisogno di credere. Un punto di vista laico.
Donzelli
pagg 149 - euro 13,50