29 dicembre 2006

Il sommo bene


Una prima svolta prodotta da Platone nella storia della filosofia è quella che Socrate chiama, nel Fedone, la "seconda navigazione". Il personaggio di Socrate, che qui è considerato portavoce di Platone, dopo aver raccontato che da giovane cercava di conoscere le cose con i sensi, seguendo in ciò l'esempio di filosofi a lui precedenti come Anassagora, afferma che a un certo punto gli parve necessario "rifugiarsi nei logoi e cercare in essi la verità degli enti". Che cosa sono questi Logoi? Discorsi? Concetti? Idee? Ogni interpretazione è possibile. Ma certamente essi non sono più la realtà sensibile.

Un'altra svolta è stata la concezione del principio supremo non come Dio, o Essere, o Uno, ma anzitutto come il Bene. La filosofia non è più vista come pura conoscenza, metafisica astratta, ma come modo di vivere, come vera e propria conversione alla ricerca della giustizia, della virtù, del bene appunto, per se stessi e per gli altri.

E nessuno meglio di Platone ha capito la potenza immane dell'eros che - come si legge nel Simposio - prima di sublimarsi nell'amore per la bellezza in sé e la bontà in sé, è amore per i bei corpi, desiderio di generare, e può diventare anche folle, tragico - in qualche misura anche demoniaco, che bisognerebbe tradurre come "soprannaturale".
Platone ha scandagliato per primo le profondità dell'uomo, descrivendone i lati più oscuri, le aspirazioni più ancestrali, ma al tempo stesso ha sentenziato che l'uomo è essenzialmente la sua anima.